domenica 8 marzo 2015

Questo NON E' un articolo serio: cosa vuol dire DAVVERO declino?

Se pensate che il tema di questo nuovo post sia serio e impegnato vi sbagliate di grosso. Io tratto argomenti nerd e di cultura pop, non parlo di crisi, di situazione politica ed economica e altre robe veramente importanti.
Lasciamole agli esperti quelle... io preferisco preoccuparmi di futilita', Futilita' che pero' per me e per molti altri hanno un loro peso.
Certo, non si sta parlando di argomenti che definiscono le nostre condizioni di vita, ma sono osservazioni che, nel nostro piccolo, noi maniaci di fumetti, film, telefilm e altro amiamo fare.

Oggi dunque mi preme discutere con voi, popolo della blogosfera, della questione "calo di qualita'" di un' opera. Termine, questo, che spesso viene usato per indicare un momento in cui un prodotto (di intrattenimento popolare in questo caso) inizia a mancare di quella presa che precedentemente aveva sul suo pubblico.

E quando avviene questo? Voglio riportare quello che forse e' il piu' semplice e abusato esempio in ambito nerdistico sul concetto di "abbassamento di livello"...

La foto che nel vocabolario Nerd si trova alla voce "declino"
La seconda trilogia di Guerre Stellari e' vista praticamente dalla maggior parte dei fan della saga come un periodo nero, un orribile macchia che imbratta la bellissima e stupenda prima triade di film di George Lucas.
Io, personalmente, nonostante li abbia visti tutti, non sono mai stato un vero e proprio fan della serie... tuttavia non posso fare altro che concordare con la maggioranza degli Star-Wars-maniaci.
Il fatto che quella raccontata non fosse piu' una semplice fiaba ma una storia eccessivamente complessa; l' aver dato al concetto di Forza un' origine biologica/scientifica, rovinandone la natura "magico/mistica" che aveva precedentemente, l' uso della CGI eccessivo sono tutti stati fattori determinanti.
In sostanza, i prequel di Star Wars sono risultati inferiori rispetto alla storia originale perche' non hanno rispettato piu' le idee migliori su cui poggiava l' intera struttura della saga.

Ora, l' esempio massimo e' quello della serie cinematografica di Lucas, ma il concetto e' applicabile in molti altri ambiti: quand' e' che Dexter, il telefilm della HBO, decade vertiginosamente? Quando il personaggio comincia a diventare una parodia di se stesso, quando ormai l' idea di killer attento ai dettagli, di assassino che pianifica ogni singola mossa.. viene meno, e il resto della serie diventa un continuo scadere in cavolate e trovate a dir poco patetiche per non farlo scoprire. In pratica, anche qui il calo avviene quando vengono meno le cose che avevano fatto grande lo show televisivo.

le prime 2 stagioni era capolavori, dalla quarta in poi... meh....
Se prendiamo in esame un prodotto come Dragonball la questione e' leggermente diversa.
Molti dicono che dopo la saga di Freezer la serie perde il suo fascino, altri addirittura dicono che fin da quando arriva Radditz le idee iniziano a diventare stagnanti.. e la serie finisce col diventare solo uno scontro dopo l' altro, perdendo della sua natura piu' "giocosa e innocente".
Anche se questo in parte e' vero, perche' e' innegabile che quando Goku era ancora un giovane che sfrecciava sulla Nuvola Kintou la storia aveva toni decisamente piu' sereni; io non credo che con l' introduzione dei Saiyan si possa parlare di "calo". Ne' tanto meno con la saga di Freezer o Cell.
C' e' differenza fra cambiamento e peggioramento: Dragonball e' cambiato con il timeskip post-scontro con Piccolo. Goku adesso e' un padre, e' un adulto. I personaggi sono praticamente tutti sulla ventina e piu'. Ci sta che i toni siano meno "rilassati". Inoltre, l' introduzione di elementi fantascientifici quali alieni e viaggi spaziali e successivamente anche i cyborg stessi non ha fatto altro che rendere ancora piu' grande e interessante il mondo della serie, e ha dato un origine anche al suo protagonista.
Per come la vedo io.. la saga piu' brutta di Dragonball, nonche' l' unico vero abbassamento di livello lo si ha con lui...

Il maledetto Demone Rosa....
Questo perche' Toriyama non fa altro che riproporre all' interno della sua serie gli elementi che lo avevano caratterizzato durante i sui primi anni: ovvero la semplicita', l' innocenza e la comicita', cercandoli di inserire a forza in un contesto in cui ormai, vuoi per la potenza elevatissima dei personaggi, vuoi per gli anni che sono passati all' interno della storia (e anche al di fuori), stonano parecchio. Un villain pacioccone, carino e coccoloso come Buu non ha piu' davvero senso in una storia come quella di Dragonball, in cui figure come Goku o Vegeta hanno combattuto con alieni tiranni e cyborg che minacciavano il mondo intero.
Per carita', ci sono elementi che funzionano: la scena del sacrificio di Vegeta e' memorabile, l' idea delle fusioni e' stata geniale, ma purtroppo gestita male soprattutto per quanto riguarda Gotenks, altra figura eccessivamente comica per il contesto.

In sostanza: Dragonball e' calato quando Toriyama ha voluto riproporre elementi del passato che ormai, con i toni della serie, che aveva subito un cambiamento abbastanza drastico (ma graduale), centravano poco e niente.

Tutto questo per dire che bisogna stare attenti prima di parlare immediatamente di "abbassamento di qualita'". Molto spesso mi capita di sentirlo dire in ambiti diversi: "Jojo non ha piu' senso dopo la terza parte", "One Piece non e' piu' lo stesso dopo il timeskip", "Dr. House dopo le prime tre stagioni non si puo' piu' guardare". Tutte frasi che ho sentito ripetere fino allo sfinimento.. e nessuna di queste aveva delle ragioni davvero valide su cui basarsi.
Perche' spesso si confonde cio' che a noi non piace, con cio' che effettivamente e' peggiorato...  ed e' il modo piu' sbagliato per valutare una qualsiasi forma di intrattenimento.
Ci sta che un episodio di un telefilm, un capitolo uscito o addirittura un intera saga o stagione non ti possa piacere, ma bisogna sempre valutare quella parte di storia rispetto all' opera in generale e soprattutto, bisogna sempre tenere conto che finche' un' opera rispetta le sue premesse, le tematiche che si e' proposta di parlare fin dall' inizio, allora vuol dire che chi l' ha pensata ancora sta ragionando con le stesse idee che l' hanno portato a iniziarla, senza stravolgerle o modificarle solo per esigenze di altro tipo. E questo, e' solo un bene. ;)

Cosi'... dovevo mettere un immagine figa per concludere, e questa e'
la migliore che ho trovato. Guardatevelo Dr.House che vi fa bene. :D

venerdì 6 marzo 2015

Oda e i suoi personaggi

E gia', sono preso da un momento di grande ispirazione bloghistica in questo periodo.. e se ho qualcosa da dire, la metto per iscritto qua, dato che posso.
Dopo aver finito la Top 15 e aver parlato di One Piece alla fine, ne torno a parlare subito con questa piccola breve (circa) considerazione.. che riguarda principalmente il cast che prende parte alle vicende della storia, e anche le figure piu' secondarie e terziarie.
In sostanza: oggi parlo di Eiichiro Oda e del suo metodo di stesura e scrittura dei personaggi, uno stile semplice ma che immediatamente rende quel pirata o quel marine un prodotto marcato "One Piece".

Cominciamo col dire che la serie e' uno shounen pubblicato su Jump dal 1997.. e dal 1997 il suo cast di personaggi e' cresciuto come non mai... e il suo mondo si e' allargato: decine e decine di isole, di figure importanti, di pirati, di marine.. e come se non bastasse spesso e volentieri Oda, meglio di un qualsiasi sceneggiatore di Beautiful ha fatto tornare nella main story alcuni personaggi scomparsi dall' immaginario del lettore da 100 o anche piu' capitoli.
E come ha fatto dunque a renderli tanto riconoscibili, che anche dopo averli lasciati perdere per anni, una volta ritornati importanti, immediatamente sono risultati comunque familiari al lettore? Ha forse costruito a tutti quanti una psicologia complessa, un passato esploratissimo e una caratterizzazione approfondita? No. Semplicemente, li ha resi memorabili attraverso un design unico nel loro genere e una personalita' molto semplice ma d' effetto.. che si esprime piu' in gesti, catchphrase o piccole gimmick.

giusto per fare un esempio...
Obbiettivamente parlando Oda non si e' mai curato piu' di tanto di dare una qualche complessita' all' animo delle figure che presenta. Certo, ai Mugiwara ha fornito un carattere piu' distinto: grazie a flashback e grazie alle loro imprese insieme a Rufy, si sono evoluti anche interiormente, in un certo senso. Tuttavia non si e' mai spinto oltre questo, soprattutto, non lo ha mai fatto con figure da contorno, specie considerando la mole infinita di caratteri da sviluppare altrimenti.

O quantomeno... non lo ha mai fatto fino ad ora. Perche' nella Saga di Dressrosa, il mangaka si e' spinto in luoghi che come autore non aveva mai esplorato cosi' tanto. Se c' e' una cosa che sicuramente contraddistingue questo arco narrativo dagli altri.. e' la sperimentazione riguardante proprio i personaggi che ne fanno parte. Vengono addirittura mostrati tre o quattro flashback stavolta.. tutti su persone diverse e con valenze diverse. In uno di questi addirittura si fa riferimento al passato di uno scagnozzo "qualunque" di Doflamingo, Senor Pink.. e per quanto breve fosse, ha dato una certa importanza a una figura che fino ad allora era stata solo molto macchiettistica.
Tuttavia penso che il passo piu' largo e' stato fatto nello scorso capitolo:

... principles.

Bellamy e' una figura che parecchio tempo fa abbiamo piu' o meno detestato tutti. Era arrogante, smargiasso, egocentrico e parecchio montato. Senza contare che era una di quelle classiche figure che credono di essere forti... ma che non hanno la minima idea che stanno per fare una brutta fine. E ancora oggi le nocche conficcate per la prima volta sul volto della "Iena" rimangono piantate anche nella memoria dei lettori.
Tuttavia.. il pugno di Rufy sulla faccia rassegnata del suo vecchio nemico stavolta ha un significato be diverso.
Oda ha agito in maniera anomala: ha dato un' evoluzione al personaggio. Bellamy ha capito, dopo la sua sconfitta a Jaya, che fare il gradasso senza sapere contro chi si andava incontro lo avrebbe solo portato alla distruzione. E' cresciuto, e' maturato come persona.. e nel tempo ha anche imparato a stimare quel giovanissimo wanna be Pirate King che lo aveva messo K.O.
E' grato che "Cappello di Paglia" lo chiami amico, ma al tempo stesso, sa che non potra' mai esserlo davvero. Perche'? Perche' se e' vero che ha stima per lui, al tempo stesso nutre una devozione per Doflamingo completamente su un altro livello. Sa che e' un falso idolo da adorare, sa che Il Fenicottero lo vede piu' o meno come spazzatura, e sa che sara' impossibile per lui entrare nella Family.
E' cosciente di essere uno stupido a continuare a eseguire gli ordini per lui; eppure, se e' vero che questo lo rende un debole, dall' altro lato lo rende il piu' umano di tutti i nemici mostrati finora in One Piece.

Da sempre siamo stati abituati a figure di nemici che prima o poi, nel corso della storia si pentono. E' un' idea che al lettore piace, e non c' e' nulla di sbagliato. Vegeta di Dragonball ha un cambiamento graduale e gestito alla perfezione, idem per Ren di Shaman King per esempio.
A volte pero' capita di vedere nemici a cui bastano qualche bella parola, un breve discorso con il protagonista di turno per cambiare immediatamente opinione e decidere di stare dalla parte dei buoni. In Fairy Tail succede di continuo, idem per un manga come Tutor Hitman Reborn!, per dirne due.

Bellamy al contrario e' un antagonista che nonostante le parole di Rufy, nonostante tutto, rimane saldo nelle sue convinzioni, perche'? Perche' sa che non si puo' cambiare opinione e parte con cui stare semplicemente grazie a dei bei discorsi. Sa che lui e' nel torto e che Doflamingo e' un mostro vero e proprio, ma ha degli ordini, e troppa poca forza di spirito per andare contro ad essi.
"Anche gli stupidi hanno i loro principi" e' la summa di cio' che questo pirata, prima tanto odiato, adesso tanto compatito, e' diventato: uno stupido che comunque ha un suo codice da rispettare, un villain consapevole di esserlo e che anche se e' nel torto, decide comunque di dare tutto se stesso.

In questa saga, lo posso ammettere tranquillamente, questa scena di Bellamy e il suo scontro con il Mugiwara sono stati probabilmente due dei miei momenti preferiti.

Ora, so per certo che la mia opinione sara' contestata, perche' quelli che diranno "ma sto capitolo e' servito solo a fare incazzare Rufy!" o peggio ancora "sto personaggio e' veramente idiota!" ci sono e ci saranno sempre. Tuttavia, spero che almeno in parte, anche voi potrete capire il mio punto di vista sulla questione.

Un saluto, e ci vediamo al prossimo mirabolante articolo. :D

ma poi scusate.. come vi fa a non piacere uno che
ha il Jolly Roger che cita i Rolling Stones!

mercoledì 4 marzo 2015

Top 15 Shounen - ATTO III: I Pilastri Maximi

Dopo tanto tempo di silenzio rieccomi per proporvi l' ultima mirabolante e incredibile carrellata dei miei manga preferiti. Le ultime cinque posizioni rappresentano per me le colonne portanti del mondo del fumetto nipponico. Al punto che trovo difficile che in futuro io riesca a trovare una storia che mi appassioni e mi catturi piu' di queste.
Ma ciancio alle bande.... non perdiamoci in altri discorsi noiosi e fini a se stessi e partiamo subito con le ultime, ma piu' importanti posizioni della classifica!

Quinto Posto: Kenshin, Samurai Vagabondo (di Nobuhiro Watsuki)


Ovvero il miglior prodotto fumettistico di carattere storico mai uscito in Giappone. Molti lettori so per certo che quando sentono parlare di samurai e quant' altro cominciano subito a parlare di Vagabond, di Takehiko Inoue. Ebbene... per me Vagabond impallidisce e non riesce neanche lontanamente a raggiungere la profondita', la qualita' e la grandezza di questo manga. Una storia di vendetta, di redenzione e di battaglie sanguinose. Una parabola che parla della vita, della morte e dei loro significati, mostrando il percorso intrapreso dal Ronin Himura Battousai, nella sua ricerca di una vita priva di violenza.
Il cast dei personaggi principali di Rurouni Kenshin e' forse il gruppo meglio caratterizzato che io abbia mai visto. Nessuna figura e' lasciata a se stessa, nessuno risulta essere solo una macchietta e la progressione psicologica di tutti va aldila' di quanto ci si potrebbe aspettare da un qualunque autore di shounen. Nobuhiro Watsuki e' abilissimo nel tracciare la psiche delle figure che disegna.
E parlando di disegno..... tolte le scene di azione, sempre un po' confusionarie, lo stile e' pulito e il tratto parecchio originale. Senza contare che alcune scelte registiche del mangaka hanno ispirato grandemente autori come Eiichiro Oda o Hiroyuki Takei di Shaman King.

Quarto Posto: Hunter X Hunter (di Yoshihiro Togashi)


Yoshihiro Togashi lo si potra' condannare per molte cose. Per essere un irresponsabile che non si cura minimamente del fatto che ha un' opera ancora in corso incompleta, per essere uno sfaticato, per essere spesso molto approssimativo nel disegno.... ma se c' e' una cosa grazie alla quale io riesco a perdonarlo, e' proprio il suo capolavoro massimo. Il manga dei cacciatori e' l' opera piu' completa da egli mai realizzata. Sviluppa ed elabora all' ennesima potenza i concetti gia' presi in considerazione nell' ultima parte di Yu degli Spettri. I poteri complessi e inseriti in un elaborato sistema di combattimento, le battaglie strategiche in cui spesso i protagonisti devono affrontare con i mezzi che hanno avversari mille volte piu' forti di loro.
Se c' e' pero' una caratteristica che inquadra perfettamente Hunter X Hunter e lo distingue da qualsiasi altro shounen.. e' l' attenzione meticolosa e spesso quasi nozionistica e fine a se stessa per i dettagli anche piu' insignificanti.  E' un manga i cui l' autore non fa altro che inserire tutto cio' che LUI ritiene interessante, anche se non legato alla storia in se, anche se spesso "inutile".. e lo fa rendendolo sempre intrigante in qualche modo, arricchendo il mondo stesso da lui costruito. Un mondo si' fantasioso, ma al tempo stesso realistico.. ed estremamente macabro e inquietante alle volte.
A questo si aggiunge una grandissima esplorazione psicologica dei personaggi.. e in particolare degli antagonisti, che diventano spesso le figure piu' interessanti.

Terzo Posto: Dragonball (di Akira Toriyama)



Era impossibile non inserire Dragonball in questa Top. Per me e' stata l' iniziazione al mondo anime e manga. Senza di esso, senza l' ossessione che mi provocava, non sarei qui oggi. Non posso non considerare questo gioiello una delle colonne portanti della mia formazione come lettore e anche solo come persona.
Ok, finita la parentesi nostalgica, vediamo di parlarne un po' anche in via semi-obbiettiva. L' opera di Toriyama ha fatto da fondamento base per TUTTI.. e dico TUTTI i manga "di mazzate" moderni. Piu' di Jojo, piu' di Yu degli Spettri (che e' uno dei suoi primi "figli", se cosi' possiamo definirlo), piu' di tutte le vecchie glorie anni '80 e '90. Anche solo per questo, i cultori del genere dovrebbero nelle loro classifiche.
Nonostante gli evidenti cali avvenuti dopo la saga di Freezer... ma soprattutto dopo quella di Cell, dovuti 1) alla stanchezza mentale dell' autore, 2) alla pressione editoriale.. persino nei suoi momenti meno felici (Majin Buu) Dragonball e' stato per me una spanna sopra tutti i manga di questo genere.. principalmente per il fascino inimitabile che Akira-sensei e' riuscito a dare ad ogni singola pagina di ogni singolo capitolo.
In particolare sono da citare i combattimenti: tutt' oggi quelli di Dragonball sono a mio parere irraggiungibili nella gestione delle inquadrature, nell' organizzazione strutturale delle vignette e nei disegni stessi.

Secondo Posto: Le Bizzarre Avventure di Jojo (di Hirohiko Araki)



Perche' Jojo e', insieme a Dragonball e al manga al primo posto, l' unica serie che mi ha ossessionato talmente tanto da rendermi impossibile pensare ad altri manga con lo stesso interesse. Dopo una prima serie estremamente sperimentale e ancora radicata allo stile "Kenshiriano", dalla seconda in poi e' stato un vero e proprio crescendo: Araki ha introdotto il concetto di strategia nel combattimento, di sfruttamento del terreno di battaglia, di fortuna.. che gioca un ruolo vitale.
Tutto cio' che vediamo oggi nel fumetto nipponico per ragazzi: dai poteri unici e particolari, ai personaggi folli fino ad arrivare a intere ambientazioni e persino alle scelte stilistiche di design derivano, almeno in parte, dalle idee inserite nel manga piu' Bizzarro della storia.
E' una serie della quale adoro il puro divertissment nel cui opera Araki. Lui sa bene quali punti sfruttare della sua opera e quali corde tendere per rendere i combattimenti i piu' spettacolari di sempre.
E' vero che i problemi di fondo, a livello narraitivo e di intreccio, sono parecchi: di buchi di trama e situazioni poco chiare se ne potrebbe discutere per ore, tuttavia chi lo fa non ha colto che Jojo in realta' va visto solo per quello che e': un' opera dove e' la battaglia e il suo cast eccentrico e carismatico a dominare.. e dove la storia, quel poco che c' e', fa solo da contorno e da "scusa".
Per quanto riguarda l' aspetto "tecnico": Araki ha cambiato drasticamente il suo stile nel coso del tempo ma alcune scelte stilistiche uniche quali colorazioni folli del vestiario, design a volte esagerati, asimmetrici e ricercati, ma soprattutto le incredibili "pose alla Jojo" hanno contribuito a rendere questo il mio stile di disegno manga preferito di sempre.

Primo Posto: ONE PIECE (di Eiichiro Oda)


La gente che legge il mio blog da piu' tempo sapra' bene, o quantomeno avra' intuito che il mio manga preferito non poteva che essere questo. Io One Piece lo adoro. Lo adoro per una serie di motivi che se spiegassi davvero nel profondo, finirei per parlare per ore.
Dal mio punto di vista fumetti come quello concepito da Oda in Giappone sara' difficile che ne rivedremo mai. Sara' difficile per qualsiasi altro mangaka concepire una storia cosi' lunga e ben orchestrata; personaggi unici anche solo grazie a pennellate minimali ma che li inquadrano perfettamente e un mondo cosi' vasto da poterci creare teorie su teorie e permettere a chi legge di formulare saggi su saggi.
One Piece e' al tempo stesso il diretto erede di Dragonball e l' iniziatore di un nuovo modo di fare manga shounen. Il suo e' uno stile a cui tutti gli autori in futuro, inevitabilmente, si ispireranno. In esso si da uno spazio vastissimo al mondo circostante, esplorandolo in tutte le sfaccettature possibili, da quelle geografiche, a quelle scientifiche, culturali o anche politiche, in cui i temi, anche quelli piu' profondi, vengono trattati con naturalezza e spontaneita', senza renderli superficiali.
E' un ambientazione fuori dal comune, assurda, spesso esagerata ed esasperata tanto quanto la follia dei suoi protagonisti.. ed e' uno dei motivi per cui io la apprezzo in questo modo.
So per certo che, specie ultimamente, il numero di detrattori del manga e' aumentato, un po' perche' si e' appena entrati nella seconda parte e un po' perche' l' alone di epicita' e grandezza che i lettori (specie quelli giovani) respiravano con la conclusione della prima e' andato piano piano scemando. Tuttavia ritengo che parlare di "calo di qualita" non sia possibile. Anche perche' One Piece, e questo e' un altro suo pregio, e' rimasto sempre fedele a se stesso, senza mai dimenticare gli obbiettivi e gli elementi portanti su cui la storia si e' sempre basata: l' avventura, la voglia di liberta', la rincorsa verso i propri sogni, a tutti i costi.
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Ok, dopo eoni, ecco conclusa la classifica. Ora fatemi sapere cosa ne pensate voi e stei tiuned.. perche' la mia voglia di scrivere e' ancora tanta... per ora. :p

domenica 9 novembre 2014

Top 15 Shounen - ATTO II: Vintage all the way

Eccomi con il secondo appuntamento Topshouneniano. Oggi si andranno a prendere in considerazione le posizioni intermedie.
Purtroppo risultero' un po' incoerente... perche' sebbene come gia' ho spiegato, ritenga molto validi alcuni manga usciti nei tempi recenti, il mio cuore, noterete, appartiene principalmente a una fase del fumetto nipponico giapponese.. quello collocata negli anni '80 e '90.
Iniziamo ordunque!

Decimo Posto: Crows (di Hiroshi Takahashi)


In Italia la storia editoriale dello yankee manga di Hiroshi Takahashi e' parecchio singolare. Viene pubblicato prima Worst... il suo SEGUITO, con i vari personaggi apparsi negli ultimi volumi belli cresciuti e maturati, e poi a distanza di non so quanti anni, inizia la pubblicazione della prima serie, sotto forma di "prequel". Queste premesse lasciano gia' intendere quanto poco gliene freghi alle case italiane di questo piccolo gioiello del fumetto giapponese. 
L' autore dell' opera si e' praticamente da sempre mosso in questo genere: scuole cadute in rovina, rigorosamente maschili, in cui vige la legge del piu' forte e gli scontri sono all' ordine del giorno, rivalita' fra gang, protagonisti semplicissimi ma che man mano che si va avanti acquistano un carisma ineguagliabile. 
E' un clone di Shonan Junai Gumi forse? No, e non raggiunge il livello di profondita' di Fujisawa. Punta su altri elementi. In questa serie, il protagonista Bouya cerca da se lo scontro, l' avversario piu' forte. E' il suo pane quotidiano. Leggendo Crows, ci si rende conto le risse non sono altro che un modo che questi "Corvi", questi reietti della societa', usano per dare un senso alla loro esistenza.
Raramente, per non dire mai, ci sono figure femminili o scene in un contesto familiare di qualche tipo. Esiste solo la scuola, i tuoi amici, i tuoi rivali e le botte che si danno e si ricevono. E sara' cosi' fino alla fine.. fino a che arrivati all' ultimo anno, gli studenti dovranno decidere cosa fare della propria vita, se guardare speranzosi al futuro o se rifugiarsi in un passato infantile e ribelle ormai scomparso.

Nono Posto: Yu degli Spettri (di Yoshihiro Togashi)



Al giorno d' oggi Yoshihiro Togashi e' un mangaka che si ama o si odia... e spesso le due emozioni vanno in contemporanea. Certo e' che, nonostante le pause, dovute a salute cagionevole o a pura e semplice irresponsabilita' dell' autore, si sta comunque parlando di uno dei veri e propri padri del battle manga moderno. Di una serie che e' il massimo simbolo dello shounen manga anni '90. 
Yu degli Spettri ha l' enorme merito di aver ripreso i canoni dei due massimi capolavori anni '80, ovvero Dragonball e Jojo, e di averli fusi in una sola cosa, riuscendo comunque a inserire una vena di originalita' e unicita'. Questa e' infatti l' opera che ha elevato il torneo di arti marziali a climax definitivo della storia.. quando prima, anche in Dragonball stesso, era solo un pretesto per vedere degli scontri. 
Ma soprattutto (momento fanboy) questo e' il fumetto in cui e' presente il mio villain preferito in assoluto: Shinobu Sensui.
Gli unici veri problemi risiedono principalmente all' inizio e alla fine dell' opera.  Nei primi volumi difatti si nota una vena molto piu' da gag manga con toni sovrannaturali che da fumetto di azione, probabilmente sono stati gli editori a chiedere a Togashi di cambiare la direzione del suo prodotto. Negli ultimi capitoli invece e' palese come il sensei, come suo solito, sia sia ampiamente rotto i cojones di scrivere delle mirabolanti gesta di Urameshi e compagni.... facendo precocemente terminare la Saga del Torneo nel Mondo dei Demoni.... una conclusione tronca e insoddisfacente, specie considerando che se fosse andato avanti e avesse terminato il tutto come si deve, Yu degli Spettri sarebbe divenuto il miglior manga di combattimenti mai scritto. E senza dubbio il mio preferito.

Ottavo Posto: Devilman (di Go Nagai)



Un manga che fondamentalmente non e' altro che la massima espressione del pessimismo, della critica e del ripudio piu' totale dell' umanita' da parte di Go Nagai, che molti conosceranno solo per aver creato il genere del mecha (i fumetti sui robottoni giganti).
Si parla di uomini, di Demoni e di un mondo che e' portato inevitabilmente alla distruzione a causa della guerra fra questi mostri. E si', perche' le creature viscide e schifose qui non sono solo quelle provenienti dall' Inferno. Siamo noi. Sono gli esseri umani ad essere messi sotto processo, e per buone ragioni. Perche' tutte le tragedie iniziate e compiute dagli uomini nel corso della loro esistenza (e il manga lo mostrera' facendo passare i protagonisti Akira e Ryo per le varie epoche storiche) non sono state solamente frutto di un male esterno, causato dai Demoni.. ma anche di una malignita' che gia' di per se possedevano, e possiedono ancora.
E lo si vede nel momento in cui i Demoni escono allo scoperto.. paura, mista a odio e ignoranza spinge la nostra civilta' ad autodistruggersi con guerre, conflitti e chaos puro.
Il quinto volume di Devilman, che e' anche uno dei miei volumi preferiti in assoluto, mostra la battaglia finale fra il mezz-uomo mezzo-demone Akira Fudoh e Satana, il re degli Inferi. Uno scontro non per le sorti dell' umanita', ormai distrutta, ma per il dominio di quella che ormai e' solo un massa informe di cenere e polvere. Perche' questo rimane della Terra, quando l' uomo manifesta a pieno la sua vera natura, piu' terribile di qualsiasi animale ferocie.
Saro' suonato un po' altisonante e pomposo.. ma era l' unico modo per parlare bene di una delle opere fumettistiche piu' crude e profonde mai scritte.

Settimo Posto: Ken il Guerriero (di Tetsuo Hara & Buronson)


E quando si parla di old school Ken e' impossibile che non sia chiamato in causa. Un vero pilastro del Weekley Shounen Jump nel suo periodo d' oro, e' uno dei maggiori ispiratori del suo tempo.
Nonostante l' evidente calo avuto nel corso del tempo, specie con l' inizio della seconda parte... sono convinto che la grandezza dell' opera la si deve a tre fattori principali:
1) Un' ambientazione memorabile. Ispirato alla saga cinematografica di Mad Max, popolato da bande di briganti muscolosi e giganteschi rispetto agli altri esseri umani, poveri e indifesi, il setting di Hokuto no Ken e' penetrato cosi' affondo nell' immaginario collettivo da rendere ormai impossibile, almeno, per me e' cosi, non ricollegarsi ad esso quando si pensa uno scenario post-apocalittico.
2) Dei personaggi che trasudano epicita' da tutti i pori. Dotati di una potenza e presenza scenica ineguagliabile. Senza contare che ognuno di loro rappresenta un' emozione e una condizione umana: Souther e' l' avidita', Rei la lealta', Juza delle Nuvole la voglia di liberta' e Raoul la brama di potere mista a una vena di fragilita'. Ognuno di essi e' unico.. e tutti alla fine entreranno a far parte dello spirito del protagonista Ken, che in un certo senso e' l' umanita' stessa, l' uomo che reagisce e cerca di risollevare se stesso e il mondo.
3) Le scene e i momenti topici che sono riusciti a far breccia sul pubblico. I nomi delle tecniche, le scariche di pugni, le gesta, ma soprattutto le morti eroiche.. quella di Raoul in primis.. che tutt' ora ritengo una delle scene piu' spettacolari mai disegnate nella storia dei manga.

Sesto Posto: Hoshin Engi (di Ryu Fujisaki)


E finiamo, anche questa seconda parte della classifica con un manga che qui in Italia non si e' cagato quasi nessuno. O meglio, molti l' autore lo conoscono principalmente per Shi-Ki, uno shounen horror abbastanza carino. Un vero peccato, dato che in madrepatria, si ha un' altissima considerazione di Fujisaki.
Il manga in questione e' assolutamente fuori dal comune... un tema abbastanza abusato quale il sovrannaturale, ispirato alla mitologia cinese, viene arricchito con spunti ed elementi che lo rendono originalissimo.
E caratteristica e' anche la resa del protagonista: Taikobou, e' un personaggio debole fisicamente. Non e' un gran combattente e preferisce starsene nello sfondo ad esaminare la situazione piu' che combattere dal vivo. Uno stratega meticoloso geniale, e a volte molto fortunato. Un eroe principale del genere e' assolutamente atipico, specie se rapportato con gli altri comprimari, i quali invece cercano tutti, chi piu' chi meno, di combattere in prima persona.
La storia, ambientata nella Cina di 2000 anni fa, parte in maniera forse un po' semplicistica, ma si evolve, nel tempo in qualcosa di estremamente complesso e intricato, irto di misteri e soprattutto di colpi di scena inaspettati e sconvolgenti.
Tuttavia forse l' elemento che mi fa amare di piu' questa serie e' la sottile vena di ironia che aleggia sovrana. Rotture della quarta parete continue, scene di meta-fumetto completamente folli ma soprattutto anacronismi a dir poco geniali, specie nel design ultra-moderno di certi personaggi.
Chi non ha mai letto Hoshin Engi recuperi in blocco la serie, e non si spaventi per il disegno strano e bizzarro.. nel tempo diventera' uno dei punti di forza maggiori dell' opera e dell' autore stesso.
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E si conclude anche la seconda parte. Stay tuned per le ultime (ma anche le prime XD) 5 posizioni della top!

martedì 28 ottobre 2014

Top 15 Shounen ATTO I - "I manga di oggi fanno tutti schifo"

Inauguro il mio ritorno alla scrittura bloghistica dopo eoni di tempo con un articolo fortemente ispirato al video del buon Mario Doccia e alla classifica da poco stilata dal sempiternissssimo Sommobuta.

Generalmente, mettere in ordine di preferenza (puramente soggettiva) 15 manga per ragazzi e' un lavoro bello tosto... ma ammetto di essere allenato ormai.
Il mio lato nerd spesso e volentieri mi ha portato a immaginare ipotetiche top 5 e top 10 riguardo i miei fumetti, film, telefilm favoriti: in sostanza questo genere di cose io le adoro.

Cio' che mi preme ribadire pero' sono alcune piccole premesse rompiballe... le solite che ormai tutti i lettori detestano:

1) Le mie scelte riflettono esclusivamente il mio punto di vista, e la classifica ha il solo scopo di creare sana discussione costruttiva. Nulla di piu'. Chi si sente offeso perche' non trova Naruto (e non lo trovera'.. piccolo spoiler :D) e' gentilmente invitato a levarsi dalle scatole.

2) La lista sara' suddivisa in tre parti.. perche' se no scrivo l' Odissea 2: La Vendetta di Polifemo.

3) Verranno presi in considerazione solo ed esclusivamente: a) le serie concluse che ho recuperato del tutto, b) le serie non concluse con cui tuttavia sono in pari. Ergo, per quanto conosca ed apprezzi molto manga come Fullmetal Alchemist o Medaka Box, questi non verranno inseriti.. perche' non sono ancora arrivato alla fine.

Detto cio'... diamo inizio alle danze. ^_^

Quindicesimo Posto: Sengoku Youko (Creature Arcane) (di Satoshi Mizukami)


Se questo articolo ha come sottotitolo una delle frasi piu' stereotipate che vedo scritte nei vari forum e blog relativi al fumetto nipponico c' e' un motivo. Sono convinto che l' idea che lo shounen sia morto, o che "d' ora in poi sara' sempre peggio" spesso sia frutto solamente di poca conoscenza da parte dei lettori di vecchia data delle serie piu' moderne.
L' opera in questione, la seconda veramente importante per Mizukami (gia' fattosi conoscere con il bellissimo Samidare: Lucifer & Biscuit Hammer), e' quanto di piu' interessante, geniale e soprattutto unico che il mercato dei fumetti di mazzate ha da offrire al momento. Come sempre, l' autore dimostra di essere estremamente atipico e originalissimo nelle sue scelte narrative. Un' opera che parte con una premessa vista e rivista (Demoni ispirati alla mitologia e al folklore giapponese, battaglie all' arma bianca o con un pizzico di magia) stravolge completamente se stessa nel giro di qualche volume.. e tutto quello che chi legge si sarebbe immaginato accadesse viene ribaltato d' improvviso.
A questo si aggiunge una capacita' artistica degna di nota e perfetta per un opera come questa, con la quale l' autore eccelle soprattutto quando c' e' da disegnare una scena particolarmente epica/simbolica.

Quattordicesimo Posto: La Legge di Ueki (di Tsubasa Fukuchi)


Ricordo di aver gia' parlato di Ueki in un vecchio post. Lo consigliavo principalmente perche' e' uno shounen di intrattenimento puro e semplice. Si tratta di una di quelle serie che si possono guardare con due punti di vista diametralmente contrastanti.
Chi cerca una storia interessante, originale e ben costruita, condita ovviamente da belle scene di combattimento..... rimarra' deluso. Perche' l' opera e' banale, spesso con una trama raffazzonata e minimalista, ma soprattuto carica fino all' orlo di buoni sentimenti e discorsi sdolcinati sull' amicizia e quant' altro. Resteranno invece sorprese e compiaciute le persone che, come me, riusciranno a vedere Ueki per quello che e': un fumetto che non chiede nient' altro se non di divertire chi legge, puntando tutto non sulla storia o sulla credibilita' dei personaggi, quanto piu' sull' aspetto di azione, che qui regna sovrana.
L' intera base narrativa poggia su un Torneo di combattimento nella quale i vari giovani contendenti, ognuno con un potere diverso e fuori dal comune, si scontreranno 1 contro 1. E proprio qui che l' autore riesce a dare il meglio di se: le tattiche, le strategia, i poteri apparentemente inutili ma in realta' sfruttati magistralmente, la fortuna e l' ingegno rappresentano davvero cio' che rende questo manga una vera pietra miliare dello shounen.

Tredicesimo Posto: Magi - The Labyrinth of Magic (di Shinobu Ohtaka)


Ecco un altra testimonianza di quanto poco si conoscano gli shounen moderni. Magi c' e' da dire non e' nuovissimo, tuttavia e' abbastanza recente per venire schifato dai lettori di vecchia data. Ed e' un vero peccato, perche' se si oltrepassa la questione puramente legata allo stile di disegno.. molto, a volte troppo, pulito e semplicistico (tanto che spesso molti personaggi si assomigliano); ci si ritrova davanti un' opera estremamente ambiziosa e carica di significato.
E' uno shounen per ragazzi.. ma affronta tematiche e questioni che ben superano la soglia del semplice fumetto per giovani che vogliono vedere scontri epici e mazzate. Quelle ci sono... ma passano in secondo, anzi, in terzo piano, lasciando spazio a una storia complessa e articolata che vede paesi in guerra, conflitti interni, sette religiose che bramano il potere assoluto e molti altri protagonisti. Shinobu Ohtaka, l' autrice, ha creato un mondo che, tolto il fattore "magico/fantastico" legato alla mitologia e al folklore medio-orientale, risulta estremamente simile al nostro nelle sue dinamiche e nella sua struttura. Anzi, spesso i nomi dei vari stati in lotta fra loro, ma anche la loro cultura e tradizione richiamano quelli del nostro mondo: si cita l' Impero Mongolo, la citta' di Babilonia, l' Impero Romano... in sostanza, chi ama la storia e la vuole vedere riscritta con elementi sovrannaturali, adorera' alla follia questo manga.

Dodicesimo Posto: Toriko (di Mitsutoshi Shimabukuro)


Di questa serie ho parlato ormai fin TROPPO. Ma vi chiedo di starmi a sentire un' ultima volta. Prometto che sara' l' ultima... forse.
Uno dei meriti che possiede questo fumetto e' quello di aver portato alla luce sangue, violenza e brutalita' in puro stile Kenshiro in una salsa tuttavia molto diversa. L' autore ha fuso brillantemente gli elementi che avevano reso grandi i manga anni '80, con il contesto e gli aspetti tipici dello shounen nei giorni nostri: un mondo ben costruito e articolato in tutto e per tutto, con le sue regole (assurde), le sue caratteristiche (folli) e i suoi limiti (irraggiungibili); una moltitudine tutta riconoscibile di personaggi unici nel loro genere e soprattutto quell' alone di mistero abbastanza velato da far intrippare chi legge.
In sostanza... ho appena descritto un manga che non e' altro che One Piece fuso a Ken il Guerriero. E Toriko fondamentalmente, non si allontana molto da questa descrizione. Oltre a questo, Toriko c' e' da dire che mantiene comunque una sua unicita'. Una premessa apparentemente stupida per uno shounen come la semplice cucina viene invece sfruttata sapientemente nei combattimenti. Infine, domina sovrana un' attenzione meticolosa e quasi nozionistica per tutto cio' che popola e articola il mondo del manga. Tutto viene spiegato scientificamente: dalle tecniche di lotta, all' anatomia animale, ai bizzarri fenomeni naturali che si verificano nel paesaggio. Una cura del genere per la propria opera io l' ho vista solo da parte di Eiichiro Oda.

Undicesimo Posto: Doubutsu no Kuni (Animal Land) (di Makoto Kaiku)


Concludo questa prima parte della Top 15 con un manga che fondamentalmente non conosce quasi nessuno. Ne' fra i lettori piu' avanti con gli anni, ne' fra i g-g-ggiovani. E' comprensibile in realta': al contrario di Sengoku Youko, Magi o Toriko l' opera ancora in Italia tarda ad arrivare, purtroppo. Per cercare di farvi capire bene chi sia il mangaka che ha concepito quest' opera vi basti sapere che il suo precedente lavoro era un fumettino shounen abbastanza carino di nome "Zatch Bell!!", che qui in Italia ha riscontrato un discreto successo (soprattutto grazie all' anime).
Questa seconda serie dell' autore rappresenta tuttavia il suo vero capolavoro. Anche questo e' da considerarsi uno shounen estremamente atipico, nel tipo di storia, di personaggi presentati e di svolgimento delle vicende. Un opera che parte come una sorta di Mowgli o Tarzan versione manga, con un unico essere umano che vive in un mondo interamente popolato da animali, si colora, man mano, di sfumature ed elementi estremamente interessanti e soprattutto ben distinti.. che allontanano moltissimo la trama dalle sue fonti di ispirazione. D' improvviso ci si accorge di leggere, un opera matura, nelle tematiche e negli argomenti affrontati.. nonostante all' apparenza sia un fumetto estremamente bambinesco e puerile. Piu' si va avanti, piu' ci si rende conto quanto siano umani e quanto si empatizzi con personaggi che in teoria non sono altro che animali (anche se spesso con fattezze semi-antropomorfe). Con il passare del tempo ci si rende conto che la storia, partita come qualcosa di innocente e molto semplice possiede una carica emotiva e soprattutto una complessita' inaspettata.
Doubutsu no Kuni e' uno dei pochi manga moderni ad essere riuscito davvero a toccarmi nel profondo, e per tale motivo, rientrera' sempre fra i miei preferiti.
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Detto cio', per adesso termino qui. Ci si rivede fra qualche giorno, con la seconda parte della Top.. che, gia' ve lo annuncio, avra' al suo interno fumetti ben piu' datati. :)

domenica 3 agosto 2014

Anni '80 all the way across the sky...

Non parlero' di One Piece. Chiariamolo subito. Diciamo solo che e' un articolo che ha preso spunto da questa (stupenda) scena dell' ultimo capitolo, che vede protagonisti il cyborg Franky e Senor Pink..

Il discorso che voglio fare e' ben piu' ampio.. e riguarda un genere, anzi, uno stile vero e proprio di fare intrattenimento, in questo caso fumettistico.

Oggi si parla della sana e sacrosanta Tamarraggggine, scritta con la "t" maiuscola e con quante piu' "g" possibili. Con questo sgrammaticatissimo termine intendo tutti quegli elementi esagerati e completamente trash che caratterizzano certi prodotti d' intrattenimento, ma che comunque, vuoi per valore affettivo, vuoi perche' rappresenta quel "fuori dall' ordinario" necessario per rallegrarci la giornata, riescono a fare breccia in noi lettori. anche in quelli piu' seriosi e raffinati.

Persino il nostro critico rompipalle interiore non potra' resistere..
Se si parla di genere "trash" nel fumetto nipponico non si puo' che fare riferimento agli anni '80, un epoca che per gli shounen e' stata praticamente l' anno zero. Il punto di partenza da cui il concetto di "manga per ragazzi pieno di mazzate" e' nato per la prima volta. E con chi? Ma ovviamente...


Hokuto no Ken. Nel dizionario, se si cerca il termine "epico", dovrebbe esserci un immagine di Kenshiro pronto a colpire uno dei punti di tsubo.
Illustrata e scritta da Tetsuo Hara e Buronson, e' una pietra miliare di quegli anni.. ed e' strapiena di quel sapore di "eccesso" e di "esasperato". Le muscolature improponibili, le altezze rigorosamente gerarchiche e impossibili e la forza sovrumana dei suoi protagonisti: elementi unici che hanno influenzato moltissimo le opere a venire. Un' attenzione unica per le inquadrature, per l' impatto scenico dei personaggi e per l' ambiente circostante, hanno donato ad ogni vignetta una potenza visiva che tutt' oggi rimane imbattuta. Certe istanti, certi gesti, certe tecniche rimarranno scolpite per sempre nei secoli dei secoli amen.

per esempio....
E dall' 80s style di Ken sono stati partoriti due dei manga piu' incisivi dell' epoca.
Uno e' rimasto solo una grande perla dello Shounen Jump, ed e' Classe di Ferro (Otoko Juku per i puristi). L' altro e' andato avanti per decenni e a sua volta ha rivoluzionato il genere come mai prima d' ora, e si parla de Le Bizzarre Avventure di Jojo.
Sono storie che hanno molto elementi in comune fra loro: la follia generale dei personaggi, i metodi di lotta uno piu' improbabile dell' altro e la costante ricerca dell' originalita' in ogni singola scena di azione. Mancando in parte di quel tono drammatico e tragico espresso costantemente dal papa' Hokuto.
Come mi si e' fatto notare da altri conoscitori del genere, e' come se Otoko Juku e le prime tre parti di Jojo fossero una sorta di Ken il Guerriero "on crack" e possibilmente con il fattore "esagerazione" ancora piu' elevato.
Basta vedere i protagonisti principali...

Tsurugi Momotaro e Jotaro Kujo (eroe principale di Stardust Crusaders):
praticamente sono entrambi Kenshiro versione G-G-G-Ggiovane.
Dal canto suo, il capolavoro di Araki ha elevato il "bizzarro", e di conseguenza il "trash" a vera e propria arte. Le pose plastiche, che richiamano all' alta moda francese e italiana, i poteri assurdi e senza senso ma dalla resa grafica geniale, le citazioni ala musica rock e pop hanno portato l' opera su tutt' altro livello. Mai, prima delle avventure della famiglia Joestar, un manga si era spinto cosi' in la'.

Yoshikage Kira e Killer Queen.. Stand chiamato e disegnato
cosi' in riferimento alla canzone dei Queen, per l' appunto.
E al giorno d' oggi cosa abbiamo che porta con onore il vessillo della Tamarragggine? Quali sono le serie che possono dire di avere ancora almeno in parte elementi del trash che tanto abbiamo apprezzato nei capolavori del passato?
Una di queste, come ho fatto intendere all' inizio, e' proprio One Piece, che con certe sue figure, tipo il robot piu' pervertito e virile del mondo, o certi suoi momenti unici, rievoca molto le glorie del passato.

Livello di Trash, Tamarro e Testosterone over 9000
Anche se bisogna dire che Oda riesce a metterci comunque del suo... la potenza evocativa portata alla luce in certi momenti e' davvero strabliante..

SBAM!
Sarebbe giusto poi citare qualcosa come Bleach. Purtroppo io ho una relazione di semi-ribrezzo per il prodotto di Kubo, che ritengo uno degli sceneggiatori piu' incapaci degli ultimi anni. Tuttavia mi tocca riconoscere che dall' altro lato e' anche uno dei disegnatori piu' bravi. Anzi, spesso riesce a compensare la totale assenza di caratterizzazione dei personaggi semplicemente grazie alla resa del loro aspetto esteriore.
Vedasi il gruppo dei Vizard per esempio...

Inutili come una mosca senza ali... ma cosi' trash da essere fighissimi lo stesso
Non inserisco vignette dedicate a Kenpachi.. perche' come gia' sapete, di lui ho un opinione fin troppo soggettiva.. e comunque ne ho parlato qua.

E arriviamo dunque a Toriko. Non si poteva parlare di Tamarro senza citare il manga di Shimabukuro. Unico nel panorama shounen moderno, che rompe con gli stilemi moderni e ritorna al vecchio stile attingendo direttamente da cose come il gia' citato Classe di Ferro. Una premessa stupidissima (combattimenti culinari...) sostenuta tuttavia dalla follia generale dell' ambientazione, delle tecniche di lotta spiegate nei minimi dettagli anche scientifici e dalle figure che si muovo nell' opera, le quali, pur non essendo spesso molto diversi fisicamente parlando, hanno tratti che li rendono comunque tutti riconoscibili.

Zebra... non serve scrivere altro..
Piu' la serie va avanti, piu' aumentano scene pazzesche come questa...
Bene. La mia arringa sul questo argomento si e' conclusa. Ora rigiro la domanda a voi. Quali sono quegli elementi estremamente trash, estremamente "anni '80" che vi piace vedere ancora oggi nei nuovi prodotti fumettistici made in Japan? So per certo di aver escluso molti nomi... tipo quello del buon Yoshihiro Togashi... ma e' anche a questo che servono i commenti di chi legge. Ergo, mi aspetto tanto feedback! :D

Alla prossima... tempo, Estate e voglia di fare permettendo.

domenica 20 luglio 2014

Top 5 Rock Bands anni 2000

Si'. Sono tornato. Dopo un Estate piena di caldo, zanzare, viaggi in barca (di cui parlero' prima o poi) e la trinita' madre di ogni abbronzatura: sole-spiagga-mare, rieccomi di nuovo a scrivere in questo blog ormai dimenticato da chissa' quanto tempo.

E siccome sono in vena di buona musica in questo periodo, vi presento qui una breve classifica, l' ennesima, ma tanto ci siete abituati, stavolta riguardante i miei 5 gruppi rock preferiti degli ultimi 10-15 anni... e non vi dico quanto faccia strano scrivere "10-15 anni" per poi rendersi conto che significa solo dal 2000 fino ai giorni nostri. Cavolo se sono diventato vecchio. Ma ciancio alle bande.. o meglio alle rock band e cominciamo.

Quinto Posto: Coldplay



Non posso dare che ragione a chi sara' in totale disaccordo con questa scelta. Bisogna essere ciechi per non rendersi conto di quanto la band sia diventata commerciale, trita e ritrita e soprattutto di quanto si sia allontanata dal puro e semplice rock britannico per avvicinarsi a un pop di quelli piu' infimi e scarni. Eppure, io non riesco a criticarli del tutto. La band  ha pubblicato alcuni degli album migliori di questo decennio, primi fra tutti Parachutes e A Rush of Blood to the Head, e le loro canzoni sono praticamente onnipresenti nella mia libreria musicale. Chris Martin, la voce e il compositore, ritengo sia e' maestro indiscusso nel costruire una melodia e un ritmo in grado di catturare chiunque ascolti per la prima volta una loro canzone. Se non mi credete, ascoltatevi Life in Technicolor II, tutt' ora secondo me la punta di diamante di questo controverso gruppo inglese.

Quarto Posto: The White Stripes



Lo dico adesso cosi' non lo devo ripetere piu': chi conosce questo duo solamente per "Popopopopopopo!" non ha capito un cavolo di nulla. Si', Seven Nation Army e' un brano meraviglioso e ha il merito di averli introdotti al grande pubblico, ma Jack White e sorella (o ex-moglie.. non s' e' mai capito) erano gia' famosi e soprattutto apprezzati ben prima di quella canzone. Solo che ovviamente non in Italia. Quando si parla di "alternative rock" o di "progressive rock", il loro nome dovrebbe SEMPRE venire in mente per quanto riguarda gli anni 2000. I loro album sono uno piu' originale dell' altro, e il loro stile sempre fuori da ogni schema. Sono stati probabilmente fra i pochi a fare musica solo per il gusto di fare musica e cio' lo testimoniano brani brevissimi ma intensi quali Little Room o Fell in Love with a Girl. Il loro scioglimento nel 2011 lo considero una delle piu' grandi perdite del rock contemporaneo.

Terzo Posto: Arctic Monkeys




In questa Top 5 e' sicuramente il gruppo che ho scoperto piu' in ritardo. E difatti, il primo pezzo che ho ascoltato e' stato Do I Wanna Know, tratto dal loro ultimissimo lavoro "AM". Andandomi poi a riprendere tutto cio' che e' venuto prima ho capito subito di essermi perso uno dei fenomeni piu' interessanti del rock moderno. E' uno dei pochissimi gruppi di cui posso dire di adorare ogni singolo loro album e praticamente la maggior parte delle loro canzoni. Dalla stra-famosa I Bet You Look Good on the Dancefloor, a Fluorescent Adolescent per arrivare fino agli ultimissimi singoli quali Arabella o R U Mine. Sono la band che a mio parere al momento rappresenta meglio il brit-rock nella sua essenza piu' pura; nonostante il loro drastico cambiamento nell' ultimo disco, in cui hanno adottato un approccio piu' "soft" sia ai nuovi brani che a quelli vecchi.

Secondo Posto: Gorillaz



La band che non esiste. Il gruppo virtuale piu' famoso del mondo. E per un motivo valido ovviamente. Innanzitutto il loro ideatore e' Damon Albarn, cantante dei gia' famosi Blur, e autentico genio nella stesura di testi e soprattutto delle musiche. In secondo luogo c' e' il fumettista Jamie Hewlett che ha reso vivi e pieni di carisma semplici disegni su carta o fatti al computer. Perche' si', i Gorillaz in carne e ossa sono i due signori sopracitati, ma quelli che davvero riescono a catturare i fan, quelli che rendono realmente grandi i Gorillaz sono i componenti animati: 2D, Russel, Murdoch e Noodle sono figure uniche, geniali  che si muovono nello strano e angosciante mondo dei loro videoclip. La chiave del loro successo e' la capacita' di condensare piu' generi in un solo disco o in una sola canzone: rock e hip-hop a partire dalla famosissima Clint Eastwood, passando poi a Feel Good Inc. (che ricordo essere la mia canzone preferita di sempre..); e infine giungendo alle atmosfere pop e dance di brani come DARE o dell' ultimo album Plastic Beach.

Primo Posto: Muse



I Muse sono la dimostrazione perfetta di come un giudizio soggettivo e uno oggettivo siano cose diametralmente diverse. Perche' se si parla obbiettivamente, sia Arctic Monkeys che Gorillaz al momento sono decisamente migliori come artisti rispetto al trio; tuttavia dato che si tratta in sostanza della band che mi ha introdotto alla musica rock da ragazzo(ino), non potevo non metterli al primo posto. I Muse hanno rivoluzionato completamente il mio modo di intendere la musica. Da quando ho ascoltato Time is Running Out e Supermassive Black Hole i miei gusti si sono modificati ed e' nata una vera e propria passione per il rock, in particolare, come si puo' notare, per quello made in Britain. Da Showbiz in poi, fino ad arrivare a The Resistance, ho amato praticamente tutte le canzoni scritte da Matthew Bellamy, che tutt' ora ritengo uno dei migliori artisti musicali viventi. L' unico passo falso fatto dalla band lo considero proprio il lavoro degli ultimi due anni, 2nd Law, in cui sono stati inseriti toni dubstep ed elettronici eccessivi e non proprio esaltanti, ma da fan quale sono, sara' sempre difficile per me criticare in maniera severa.

D' altronde, come spesso mi viene da pensare, la musica e' il mezzo di intrattenimento piu' soggettivo che esista, e non ci sono critici musicali ed espertoni che tengano: se ti piace qualcosa, anche di tamarro e stupido come il brano Panic Station, e' inutile tenerlo nascosto.

Ebbene si', a me e' piaciuta anche questa cagata colossale. <_<
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E ovviamente come sempre rigiro la domanda a chi legge: ditemi i vostri gruppi rock moderni che preferite di piu' e per rubare l' idea citare il sommo...